-Con la riapertura della scuole, ha ripreso il via, puntuale come ogni anno, tutta l’attività relativa al settore giovanile, e non solo, ma quanto è stato difficile mettere in pratica tutte le linee guida anti Covid19 stilate dalla Federazione?
“Sì, finalmente siamo riusciti a ripartire con tutti i gruppi, sperando che la situazione ci permetta di proseguire il lavoro progettato. Già da fine agosto abbiamo iniziato con le prime squadre (C maschile e C femminile) per poi proseguire con la D e la prima divisione maschile. Questa settimana siamo ripartiti con tutto il settore giovanile e dalla prossima anche con quello promozionale (6-12 anni). Non è stato un lavoro facile, perché le regole del protocollo FIPAV sono, giustamente, molto restrittive e cercare di seguirle tutte al meglio ha comportato parecchie riunioni e confronti per ripartire in sicurezza. Sono settimane, anzi mesi, che cerchiamo di trovare soluzioni adeguate. Perché siamo una società che vuole lavorare sempre al meglio e non in modo superficiale. Quindi sì, è stata dura!”.
-Esattamente in cosa consistono le norme di sicurezza per gli atleti richieste dalla Fipav?
“Le norme di sicurezza sono veramente tante, perciò ti farò solo alcuni esempi. Vanno dalla presentazione di un’autocertificazione, alla misurazione della temperatura ogni volta che gli atleti entrano in palestra. Si deve predisporre un iter di entrata ed uno di uscita tra un gruppo ed un altro, attendere 15 minuti tra un allenamento ed un altro per arieggiare l’ambiente e sanificare attrezzi e palloni… e tanto altro. Insomma un vero labirinto! Ma poiché, come detto, vogliamo lavorare al meglio e rispettando le regole, sia per sicurezza che per senso civico, ci siamo adoperati per seguire il protocollo”.
-Visto che sei sia Direttore Tecnico della Polisportiva che degli allenatori, in questo nuovo percorso quale stato il lavoro in più che hai dovuto svolgere quest’anno per fare ripartire tutte le attività e tutti i gruppi?
“La ripartenza è difficile ogni anno, ma sicuramente in questa condizione lo è ancora di più. Sicuramente, come ho detto, non è stato facile cercare di adeguarsi alle linee del protocollo. In più abbiamo cercato di formare gli allenatori al rispetto sia personale che di squadra delle nuove regole da seguire. Poi abbiamo fatto riunioni informative e formative con gli atleti dei vari gruppi, spiegando loro quale comportamento tenere in palestra. Infine non è stato facile neppure far comprendere alle varie figure implicate (atleti, genitori etc..) quali enormi difficoltà abbiamo incontrato per poter ripartire in sicurezza. Ma, come ho detto, ci teniamo molto al rispetto delle regole e del senso civico, e con il nostro agire vorremmo trasmetterlo a chi ci sta intorno”.
-Quali sono stati gli ostacoli più grandi che hai dovuto superare? E in prospettiva, con questo virus non debellato, cosa temi maggiormente per il futuro della stagione?
“I grossi ostacoli incontrati sono quelli che ti ho appena accennato a grandi linee, perché se dovessi elencarteli tutti non finiremmo più! Di certo non è facile far comprendere all’ esterno quale difficile, estenuante, quotidiano lavoro ci sia da parte nostra in una situazione come questa, che a volte a mio parere viene presa un po’ troppo alla leggera. Il periodo che stiamo vivendo è veramente molto particolare e le persone non sono abituati ad adeguare il proprio comportamento alla situazione contingente Hai ragione. Il virus non è debellato. E il mio parere da biologa è che bisogna continuare a fare molta attenzione. Invece, spesso vedo molta superficialità. Sembra che non ci si voglia rendere conto di quanto sia complessa la situazione. Non dico che dobbiamo bloccarci. La vita deve andare avanti, ma in questo caso con un atteggiamento diverso, attento, rispettoso, sociale, civico. Se ci comportiamo tutti facendo il proprio dovere, forse ne usciamo. Proprio come una squadra vincente. E la stagione può proseguire. Se invece ognuno si permette di fare come vuole, ragionando come individuo egocentrico e non come elemento di un sistema che funziona solo se tutti gli elementi funzionano, allora la squadra perde. E la stagione si ferma.
Ecco cosa temo, chi non sa ragionare di squadra”.
-La Polisportiva è sempre stata in prima linea in questa lotta al Covid19 prima nella fase acuta, donando soldi all’ospedale di Pesaro per comprare macchinari, e poi in un secondo tempo facendo recapitare a tutte le famiglie degli iscritti un pacco contenente delle mascherine chirurgiche, proprio nel momento in cui erano introvabili, ora avete formato gli allenatori anche come figure importanti quali i covid manager. Ci puoi spiegare meglio come si gestisce la situazione, prima che i gruppi o le squadre entrino sul terreno di gioco?
“Si hai ragione, siamo sempre stati in prima linea. E abbiamo compiuto gesti importanti come quelli che hai citato tu, anche se qualcuno non li ha capiti o condivisi. Ma come detto c’è chi non sa ragionare da squadra e noi siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. Tra queste cose, come ti dicevo, c’è la formazione degli allenatori nella gestione della situazione.
Cosa devono fare? Più o meno l’ho già accennato: misurare la temperatura, raccogliere l’autocertificazione da presentare ogni settimana, compilare il registro delle presenze per risalire ad eventuali contatti, assicurarsi che gli atleti entrino con la mascherina e si cambino nelle tribune ad una debita distanza, cambiarsi loro stessi le scarpe da indossare sul terreno di gioco, sanificare palloni e attrezzi… tanta roba!!!”
-Bottega per le prime squadre di categoria, sia quella maschile che quella femminile, prima di far partire i primi allenamenti ha fatto fare a tutti anche il sierologico, come mai è nata questa idea e a che pro?
“Si è vero. Prima di ripartire abbiamo fatto eseguire il test a tutte le squadre senior e a tutti gli allenatori per un totale di circa 70 persone. Perché lo abbiamo fatto? Tra le varie linee del protocollo, la federazione non obbligava ma consigliava fortemente di eseguire il test. Perciò noi abbiamo creduto fosse opportuno impegnarci anche in questo senso. Per poter almeno ripartire in sicurezza. È chiaro che poi il contagio può avvenire in qualsiasi momento, ma sicuramente l’estate ci ha fatto abbassare la guardia, c’è stato meno rispetto per le regole, poi c è chi ha viaggiato in tutte condizioni che possono aver alzato il livello di rischio. E allora noi abbiamo voluto accertarci che almeno la ripartenza fosse sicura.
Al punto che stiamo anche pensando di proporre tutto ciò a tutta la giovanile su base volontaria. Perché qui si vive una situazione di gruppo, ed ogni nostro comportamento può condizionare chi ci sta vicino. Perciò è dovere di tutti noi, dal più grande al più piccolo, comportarsi con sicurezza per il nostro bene e quello altrui”.
-Come vi aspettate che vi possano aiutare atleti e atlete, ma soprattutto nelle fasce di età meno elevate i genitori?
“Ah… bella domanda!!! “Aspettarsi” è una parola grossa, perché come ti ho detto non tutti hanno ben chiaro o interiorizzato il concetto di squadra, che, effettivamente, non è un concetto facilmente comprensibile. Soprattutto di questi tempi. Quindi non mi aspetto, ma spero fortemente che i ragazzi e i loro genitori capiscano la necessità di cooperare, che significa “operare con”. Cioè insieme, non da soli. Che ci si renda conto che, per poter affrontare questa situazione, la responsabilità è di tutti. Di ognuno di noi. Insomma una corresponsabilità. Dove ognuno fa il suo dovere per il bene comune. Quello che mi auguro fortemente è che si cominci a ragionare da squadra. Non da individui che curano solo il proprio orticello. Solo così si può vincere. Ed è questo che abbiamo sempre voluto trasmettere. È per questo che continuiamo a credere e combattere, per il senso di APPARTENENZA. Per fare in modo che la polisportiva sia veramente la “Pol. Bottega Family”, principio primo e stella polare di tutti coloro che più di 50 anni fa hanno fondato questa società”.
Vi presentiamo gli allenatori che in questa stagione 2020/21 sono impegnati a seguire le squadre della Polisportiva Bottega, con dedizione e la solita professionalità:


















Ad Maiora
A cura di Danilo Billi